Vita da brand: come essere attivi sui social senza mettere a rischio la reputazione
5 buone pratiche da seguire per non cadere nella trappola dell’attivismo “fai da te”.
I social media offrono alle aziende una potente piattaforma per esprimere i propri valori e sostenere cause importanti. Tuttavia, l’immediatezza dei social presenta anche rischi intrinseci che possono avere un impatto negativo sulla reputazione e sulla situazione finanziaria dei brand.
Mentre i consumatori sono sempre più orientati a dare il proprio sostegno ad aziende ed organizzazioni i cui valori sono allineati con i propri, cresce l’aspettativa nei confronti sia dei brand che degli influencer affinché prendano posizione su questioni di interesse pubblico e sociale. Va da sé che il modo in cui si pongono nei confronti di questi temi, concorrerà in modo significativo a plasmare la loro reputazione.
Ciò è evidente oggi più che mai, con l’attenzione globale concentrata sugli eventi in corso in Medio Oriente e non solo. Critiche per aver parlato troppo, troppo poco o per non aver fornito la risposta “giusta” rappresentano un rischio sia per i professionisti sia per le aziende. Il delicato equilibrio nel commentare argomenti sensibili senza alienare il pubblico rappresenta una sfida, come evidenziato nel recente articolo del The New York Times “On Social Media, People Face Pressure to Speak Out About the War” dal quale emerge che anche il “silenzio” sui social può essere interpretato come una presa chiara di posizione.
In momenti come questi, dove ogni parola conta, seguire alcuni semplici accorgimenti può rivelarsi fondamentale per non essere travolti dagli effetti nefasti di una comunicazione azzardata o troppo frettolosa.
Ecco, di seguito i 5 consigli della nostra partner all’interno del Public Relations Global Network, Leeza L. Hoyt, presidente dell’agenzia The Hoyt Organization.
1. Essere informati sui fatti
Prima di partecipare alle conversazioni in Rete, assicurati di essere informato sugli eventi che stai per commentare. Utilizza strumenti come Google Alerts per monitorare le notizie e stabilisci un sistema di aggiornamento costante per garantire informazioni accurate.
2. Riconoscere le sfumature
La complessità degli eventi globali richiede una comprensione attenta, e la capacità di riconoscere le sfumature risulta fondamentale. Un’indagine approfondita costituisce il fondamento di una comunicazione accurata, soprattutto in contesti delicati e divisivi. Evita semplificazioni eccessive e basati sempre sui fatti.
3. Incrementare l’autorevolezza
Parlare con autorevolezza richiede competenza o esperienza. Valuta onestamente il tuo livello di autorevolezza su questioni complesse e chiediti se il tuo intervento può davvero contribuire in modo significativo alla discussione.
4. Sapere quando passare il testimone
L’interazione è cruciale sui social media, ma è altrettanto importante mantenere l’integrità del discorso. Se un argomento va oltre le tue competenze, coinvolgi nella conversazione un tuo partner o un collega che sappiano intervenire in modo puntuale ed appropriato. Ciò contribuirà a “fare squadra” e a conferire al tuo brand un’aura di affidabilità e trasparenza.
5. Preparati a reazioni negative
Un solido piano di comunicazione in caso di crisi è sostanziale. I temi sociali e di attualità sono spesso divisivi e non è possibile “accontentare” tutti. Tuttavia è essenziale rispettare il proprio pubblico attraverso una comunicazione trasparente e autentica, mitigando così potenziali impatti negativi sulla reputazione.
Mettendo in pratica questi 5 consigli potrai contribuire attivamente alle conversazioni della Rete riducendo i rischi associati al brand activism.
La sfida sta nel trovare un equilibrio tra le aspettative dei consumatori e l’espressione autentica dei valori del brand, evitando le insidie dettate dai ritmi estremamente veloci dei social.
Articolo tratto da 5 Best Practices For Companies In The Age Of Social Media Activism di Forbes a cura di Leeza L. Hoyt presidente di The Hoyt Organization.
Sound Public Relations e The Hoyt Organization fanno entrambe parte del network internazionale Public Relations Global Network (PRGN).
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