Cosa si cela dietro l’assenza di feedback?
Vi è mai capitato di inseguire qualcuno in cerca di un feedback, di non ricevere nessun tipo di riscontro alle vostre sollecitazioni e di sentirvi alla fine, dopo lungo tempo, rispondere “Mi dispiace sono stato molto occupato”? Questa è la frase con la quale si giustificano di solito coloro che sistematicamente non rispondono a email, messaggi, telefonate e ad ogni altro mezzo di contatto, quando, dopo ripetuti tentativi, vengono finalmente intercettati dall’esausto interlocutore.
Questa semplice risposta dovrebbe bastare, di per sé, a spiegare le ragioni del loro comportamento. Non c’è bisogno di scatenare la fantasia alla ricerca di una scusa consistente e verosimile quando poche collaudate parole bastano a chiarire il contesto e ad inibire eventuali repliche.
Eppure una replica io ce l’avrei: quanto può costare una breve risposta come “non ho informazioni in merito. Ti farò sapere non appena ci sono novità.”? Da quando l’essere occupati è diventato l’alibi perfetto per mascherare una malcelata scortesia?
Quanto più ci si dichiara occupati, tanto più ci si sente “di successo”. Si tratta, a mio parere, di una errata deduzione che non trova fondamento nelle più recenti teorie sulla leadership e sull’intelligenza emotiva.
Per avere successo nella vita in genere e nell’ambito lavorativo in particolare non sono sufficienti il talento e le competenze professionali, occorre disporre anche di doti relazionali che ci consentono di capire meglio noi stessi e di interagire in modo più efficace con gli altri.
E’ innegabile che l’assenza di feedback renda più difficile la comunicazione, eppure molti manager non comprendono tale semplice fondamentale questione. Alcuni addirittura sembrano trarre gratificazione dal negare il feedback, gestendolo come strumento di potere. Comunque sia anche l’assenza di riscontro è di per sé esplicativa in quanto comunica distanza e dissonanza.
Nelle relazioni interpersonali, che riguardino gruppi di lavoro o relazioni one-to-one tra professionisti, domandare è lecito, rispondere è più che pura cortesia; è parte di quelle competenze sociali di cui parla lo psicologo premio Pulitzer Goleman, necessarie per eccellere nel lavoro e determinate dal modo in cui gestiamo le relazioni con gli altri.
Autore: Alessandra Malvermi, Managing Partner di Sound PR
Approfondimenti:
Intelligenza emotiva nel mondo digitale – Intervista a Daniel Goleman, Psicologo e Scrittore (ICT4 Executive) http://bit.ly/IntelligenzaEmotiva
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