“Italy in a day”: con il social movie siamo tutti… protagonisti.
Sabato sera (27 settembre) su Rai Tre è andato in onda “Italy in a Day”, il documentario del grande regista Gabriele Salvatores presentato al Festival del Cinema di Venezia.
Non un documentario tradizionale bensì il primo esperimento di “social movie” nazionale: la produzione ha infatti chiesto agli italiani di filmare la giornata del 26 ottobre 2013 dal loro punto di vista, raccontando dunque le proprie, personalissime, 24 ore.
La partecipazione a questo progetto è stata eccezionale: la Produzione ha infatti ricevuto 44.197 video, per un totale di 2.200 ore di girato.
Dopo un lungo lavoro di selezione, il risultato è un montato di 75 minuti, che censiscono gli umori e i pensieri degli italiani, un “selfie” collettivo racconta sogni, pensieri, paure e progetti degli italiani in un momento difficile del nostro paese.
L’evento ha riscosso anche un notevole successo di pubblico, con 1.896.000 spettatori e l’8.8% di share. Non solo spettatori ma partecipanti attivi anche sui social network: #italyinaday è infatti rimasto per diverse ore tra i trend topics di Twitter, raccogliendo commenti in diretta da parte di migliaia di utenti.
Indubbiamente i social network hanno contribuito al successo di questo esperimento: l’abitudine a raccontarsi attraverso tali canali ha infatti radicalmente modificato il ruolo dell’utente/consumatore/spettatore che non è più semplice “ricevente” del messaggio, ma è ormai a tutti gli effetti coinvolto reattivamente e proattivamente nel processo di comunicazione, in uno scambio che prevede riscontri e reazioni in tempo reale spesso condivisi con migliaia o anche milioni di persone.
Questo aspetto rappresenta uno spunto di riflessione importante per chi decide di rivolgersi al pubblico, poichè influenzerà sempre di più le strategie e gli strumenti utilizzati per comunicare con il target di riferimento.
La volontà e il desiderio di partecipazione attiva rappresentano una forza positiva straordinaria per la nascita di nuovi progetti, la condivisione di esperienze, l’arricchimento del network sociale, ma determinano altresì nuovi trend di comportamento e di consumo che vanno analizzati ed interpretati correttamente dalle aziende (e più in generale dai comunicatori), al fine di rivoluzionare i processi di interazione tradizionale a favore di un nuovo rapporto più complesso ma, indubbiamente, più equilibrato.
Author: Giulia Serazzi, Account Manager, Sound PR
Condividilo su: