Blade Runner nelle PR: domande essenziali sull’AI
Guest post a cura di Kathleen Reynolds di CooperKatz, agenzia partner di Sound PR con sede a New York City
Introduzione a nostra cura
L’innovazione è un tema centrale nella comunicazione e nelle PR così come in tutti gli ambiti della nostra società liquida: non solo per cultura personale ma soprattutto per fornire risposte e servizi sempre più customizzati e a misura di cliente. Il termine Intelligenza Artificiale si è svincolato dai settori specialistici e, negli ultimi 3-4 anni, è entrato di prepotenza nel gergo comune. Ma siamo davvero consapevoli di cosa essa implichi per noi, la società in cui viviamo, il nostro lavoro? E quali riflessioni vale la pena affrontare per un migliore utilizzo di questa risorsa? Ce ne parla Kathleen Reynolds, della nostra agenzia partner CooperKatz di New York City; qui specifichiamo però il termine: per intelligenza artificiale si intende l’abilità di un computer di svolgere funzioni e ragionamenti tipici della mente umana.
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So perché il tema dell’intelligenza artificiale è diventato un tormentone. Se lavori nelle relazioni pubbliche e bevi ogni volta che un cliente o collega la nomina hai un’altissima probabilità di ritrovarti ubriaco… prima delle 10 di mattina!
Abbiamo preso parte a un webinar organizzato dal PR Council dal titolo “AI: Amico o Nemico?”. Pensala come vuoi ma sappi una cosa: [inlinetweet prefix=”L’intelligenza artificiale costituisce una tendenza mondiale di portata pari alla nascita di Internet o dell’elettricità” tweeter=”” suffix=””]l’intelligenza artificiale costituisce una tendenza mondiale di portata pari alla nascita di Internet o dell’elettricità[/inlinetweet]; questo il parere di Scott Varland, SVP della sezione di Innovazione e Marketing alla M Booth, e dei suoi colleghi.
In CooperKatz, questo tema sta interessando praticamente tutti i settori in cui operano i nostri clienti e ha ricadute importanti nel modo in cui svolgiamo ed intendiamo il nostro lavoro di professionisti. Ho partecipato a infinite riunioni su potenziali servizi ai clienti che includono questa tecnologia, e mi ricordo di aver pensato “Wow, questo renderà il nostro lavoro così efficiente che potrò concentrarmi di più sugli aspetti strategici”. Ma inevitabilmente, se penso alla mia professione e ai miei valori, devo riscontrare qualche dissonanza cognitiva e, onestamente, qualche pensiero alla “Blade Runner”. Come esseri umani e persone che lavorano, abbiamo pensieri e visioni che sono personali, dense di emozioni, uniche, irripetibili, creative. Ed è proprio per questo che non posso fare a meno di pensare (rigorosamente con ironia): Robot e programmi, tenete le vostre manacce digitali lontane dalle nostre schiscette!
Dobbiamo però tenere sempre presente che questi pensieri di futuri distopici sono solo parte fisiologica di questo processo, e questo dovrebbe esserci di qualche conforto! Garry Kasparov, che ne sa sicuramente qualcosa sul tema a “umani vs. macchine” (o meglio, della relazione tra i due), riconosce che la paura è parte di questa evoluzione, in qualsiasi campo che abbia a che fare con l’interazione tra tecnologie intelligenti ed esseri umani. Per esempio, avrei qualche timore –giustificato- pensando che il mio capo potrebbe essere un’intelligenza artificiale o una macchina. O che i miei figli potessero intrecciare dei rapporti di “amicizia” con dei robot. Ma, per entrambi gli scenari, si può fare una predizione: saranno presto una realtà. Quindi, invece di vivere nella paura, facciamo quello che sappiamo fare meglio nelle PR e, più in generale, nella nostra innata e, per ora, unica abilità umana: essere creativi e strategici nel confrontandoci con nuove realtà lavorative. Partiamo da alcune domande, molte delle quali nate grazie alle discussioni in seno al PR Council.
- Come noi e i nostri clienti definiamo la AI? Restereste sorpresi nel constatare quanti clienti troverebbero difficile rispondere a questa domanda.
- Come possiamo utilizzare al meglio l’intelligenza artificiale per avere una maggior comprensione di dati analitici in reazione ai nostri clienti – o a dinamiche interne?
- Come possiamo sfruttare queste tecnologie per creare e utilizzare contenuti di valore, e che tipo di contenuti può creare una intelligenza artificiale? (Per la cronaca, forse, non ricette di cucina).
- Cosa cambierebbe nel nostro lavoro se si utilizzasse l‘intelligenza artificiale? Consultate il lavoro di McCann “AI, direttore creativo” e provate a riconoscere quale dei due lavori è stato creato dall’uomo – e quale preferite.
- Quali sono i segmenti meno efficienti nei processi operativi delle nostre attività e come può l’intelligenza artificiale aiutarci ad ottimizzarli? Mi rivolgo a te, addetto alla rassegna stampa.
- Chi tra i nostri venditori usa già questa tecnologia? Chi invece dovrebbe? E quali tecnologie dovremmo adottare nei nostri processi aziendali?
- A quali profili professionali dovremmo pensare per massimizzare le nostre potenzialità in quest’area e per aiutare i nostri clienti (e le nostre risorse interne) lungo questo percorso? E come possiamo utilizzare l’AI per migliorare il processo di reclutamento delle risorse?
- Che tipo di tecnologie di intelligenza artificiale possono venirci in aiuto per testare concetti, messaggi chiave e prodotti prima che vengano implementati/messi in produzione?
- Nel sostenere l’apprendimento da parte dell’AI e del Machine Learning, che tipo di errori intrinsechi e non intenzionali potremmo commettere?
- Come possiamo indurre l’intelligenza artificiale a fornirci informazioni sulle “soft metrics” – come ad esempio risposte emotive – grazie alla biometrica e altri strumenti di rilevazione? E quali aree (per il momento) sono di competenza esclusivamente umana?
- E ciò che più conta: cosa possiamo continuare a imparare in questo campo e come questa tecnologia sta condizionando le PR e i nostri clienti? Se sei in una posizione decisionale e non hai mai considerato questi aspetti… è meglio darci dentro adesso! Uno dei modi per farlo è monitorare le ultime notizie del NIPS 2017, che si concentra proprio sulle tematiche dell’intelligenza artificiale.
Riprendendo una frase dal mio musical preferito “Ho sognato un sogno di un tempo… con l’intelligenza artificiale”. Alcuni potranno vederlo ancora appannato, lontano; o persino come un incubo. Ma se potessi far apparire il sogno dell’AI nella realtà (e non in versione “Blade Runner”) sarebbe un mondo in cui usiamo questa tecnologia, facciamo squadra e, perché no, ci affidiamo all’intelligenza artificiale per concentrarci maggiormente sulla nostra attività di PR e farla crescere ancora di più. Per la cronaca, vorrei che tutti lavorassero meglio e in modo più efficace. Penso davvero che questa tecnologia ci renderà più intelligenti, creativi, efficienti e più concentrati nell’offrire servizi sempre migliori ai nostri clienti. Alla CooperKatz, il nostro obbiettivo è lasciarci ispirare dal nostro lavoro, essere trasparenti e oculati; e siamo pronti ad accogliere qualsiasi tecnologia che ci aiuti a esserlo sempre di più. Questo è un grande tema, miei cari. È naturale averne timore, all’inizio, ma dobbiamo ancora conoscere questa tecnologia, accoglierla, usarla etc. Quello che non possiamo fare è ignorarla.
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