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Sundance 2016: trionfa The Birth of a Nation. La voglia di guardare un film nasce prima di andare al cinema

È The Birth of a Nation a fare da asso pigliatutto all’ultima edizione del celebre Sundance Film Festival: il film si porta a casa sia l’Audience Award che il Grand Jury Prize per un film drammatico. The Birth of a Nation è diretto dall’attore Nate Parker, che interpreta Nat Turner, uno schiavo afroamericano che guidò la rivolta degli schiavi, scoppiata nella Contea di Southampton in Virginia nell’agosto 1831. Il resto del cast comprende Armie Hammer (The Social Network, Operazione UNCLE), Aja Naomi King, Jackie Earle Haley (Watchmen), Penelope Ann Miller, Gabrielle Union e Aunjanue Ellis.

Foxsearchlight ha speso ben $17.5 milioni per ottenere i diritti di distribuzione del film che, a detta della critica, dovrebbe essere protagonista agli Oscar del prossimo anno. La cifra rappresenta l’acquisizione più alta di sempre per un film presentato al Sundance, che si conferma essere un ottimo mercato per le pellicole “indipendenti”. Ad oggi, nulla si sa quanto ad una eventuale distribuzione nel nostro Paese.

[inlinetweet prefix=”” tweeter=”” suffix=””]L’edizione 2016 del Sundance Festival è stata la più “social” della storia[/inlinetweet]: Facebook è stato lo strumento più usato (Il 64% dei documentari e il 45% dei film aveva una propria pagina), seguito da Twitter e Instagram. Il 33% dei documentari ed il 17% dei film ha utilizzato tutti e tre questi strumenti contemporaneamente. Mediamente ogni film presentato al Festival ha ottenuto 634 likes e ha inviato 35 tweets. A fare da contraltare al boom dei social è intervenuto proprio un documentario in concorso, Lo and Behold Reveries of the Connected World di Werner Herzog, nel quale il regista ha denunciato la “violenta e diffusa carica di stupidità” che la gente dimostra su internet.

[inlinetweet prefix=”” tweeter=”” suffix=””]Al pari di qualsiasi altro prodotto, anche quello cinematografico ha un proprio ciclo di vita[/inlinetweet] cui corrisponde una specifica strategia di marketing. La voglia di guardare un film nasce prima di andare al cinema. E’ fondamentale quindi generare interesse verso la storia e i personaggi e favorire la film awareness. Social media e digital PR sono tra gli strumenti più efficaci per raggiungere questi obiettivi.

Nonostante sia una credenza diffusa, il Sundance Film Festival che si svolge ogni anno a gennaio a Park City, nello Utah, dal 1984, non è stato fondato da Robert Redford, visto che in realtà esisteva già alla fine degli settanta. Nei primi anni però il festival, che si teneva a Salt Lake City, non riusciva ad emergere e ad avere successo, così quando il celebre attore decise di creare una fondazione che promuovesse il cinema e le arti, ne assunse la direzione artistica e ne spostò la programmazione da settembre a gennaio per farlo coincidere con la stagione sciistica. Nel giro di pochi anni il Sundance divenne il più importante Festival “indipendente” degli Usa prima e del mondo poi.

Tra i titoli più chiacchierati di quest’ultima edizione, oltre al vincitore, sono da segnalare Swiss Army Man con Daniel Radcliffe (Harry Potter) e Paul Dano, Tallulah con Ellen Page e Allison Janney, Other People con Jesse Plemons, Joshy con Nick Kroll, The Intervention con Melanie Lynskey e Cobie Smulders, Christine con Rebecca Hall e Michael C. Hall, Lovesong con Jena Malone e Goat co-sceneggiato da David Gordon Green e interpretato da Nick Jonas.

Autore: Andrea Chirichelli, Marketing & Business Development at Sound PR

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