I follower si comprano su Internet?
Ho letto il recente articolo di Martina Pennisi su corriere.it “Così ho comprato 50 mila follower”. E’ certamente un tema intrigante per chi si occupa di comunicazione. Che ci fossero pratiche poco chiare era noto agli esperti del settore da tempo. A preoccupare sono stati fenomeni aziendali con campagne marketing in ambito Social, vincenti per numero di like ma particolarmente sospette per gli elevati e ingiustificati risultati. C’è da meravigliarsi? Direi proprio di no. E se pensiamo alla clamorosa bolla speculativa di Internet del lontano 2001 si potrebbe dedurre che non si sia imparato niente. Come tutti sappiamo di insidie è pieno il mercato in tutti i settori. Pochi disinvolti personaggi possono inquinare agevolmente il duro lavoro di molti seri operatori, pescando identità fasulle dai siti “coperti”. Detto questo, penso sia realistico ritenere che un certo numero di profili su Facebook e Twitter siano sospetti, ma questo nulla toglie alla rilevanza del fenomeno Social e alle sue molteplici implicazioni in ambito marketing e comunicazione. Sta alle imprese di tutti i settori e ai professionisti della comunicazione digitale agire con etica e denunciare le pratiche sospette. Si può pure avere un successo effimero, ritagliarsi medagliette di ego, vantarsi dei grandi risultati ottenuti, ma una volta scoperti il discredito è immenso. In un momento di crisi economica, come quello attuale, colpire la credibilità di un’azienda equivale a decretarne una lenta agonia. Il gioco vale veramente la candela?
Autore: Matteo Prencipe, General Manager di Sound PR
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