Media Relations al tempo del coronavirus
Comunicazione efficace tra ufficio stampa e giornalisti
Il particolare momento che stiamo vivendo ci ha proiettati in una situazione senza precedenti che ci sta mettendo alla prova, portandoci a sperimentare nuovi modi per comunicare e per rimanere sempre connessi e in contatto con colleghi, clienti, dipendenti, giornalisti, etc… I brand sono chiamati a cercare strategie di PR sempre più efficaci per mantenere vivo il rapporto con i consumatori e con tutti gli stakeholder. Chi si occupa di relazioni pubbliche e di media relations sa bene che l’approccio alla comunicazione, ovvero il come si comunica, è importante quanto il contenuto. I confini tra forma e sostanza, quando si tratta di comunicazione, tendono ad essere infatti molto labili. Gli addetti stampa, in particolar modo, devono essere in grado di comprendere come stanno evolvendo le esigenze dei media per poter fornire ai redattori, nei tempi e nei modi più appropriati, contenuti che rispettino la sensibilità del momento e rispondano all’interesse dei lettori.
Sound PR ha chiesto a giornalisti di varie testate di dirci quali sono le loro aspettative nei confronti degli uffici stampa, siano essi interni o esterni alle aziende.
Alessio Lana, giornalista presso Wired e Corriere.it (@Alessiolana), crede nell’utilità di avvalersi di un’agenzia di PR e media relations in quanto ”…risulta strategico. Da una parte infatti dà nuove idee su novità interessanti, dall’altra ha spesso uno showroom o un magazzino che permettono di saltare la distribuzione internazionale”.
Suggerire prospettive inedite e identificare contenuti di valore è un ruolo che le agenzie di PR e media relations possono svolgere a favore dei propri clienti e che consente ai media di offrire articoli di interesse ai propri lettori.
Inoltre, se le transazioni logistiche risultano impossibili, oggi, per molte aziende, gli uffici stampa possono agevolare la fornitura di prodotti alle redazioni per effettuare test e review.
Massimiliano Cassinelli, direttore editoriale e scientifico del Gruppo Editoriale BitMAT, ritiene che “…la comunicazione debba reinventarsi, con una crescente attenzione a quanto fruibile attraverso la Rete (che dovrà necessariamente diventare più affidabile e performante). Credo che marketing e PR dovranno lavorare sempre più a stretto contatto, per organizzare una comunicazione integrata, tra i classici comunicati stampa e gli eventi fisici, che diverranno necessariamente virtuali”.
La comunicazione efficace va ricercata anche nel rapporto tra i giornalisti e i professionisti delle pubbliche relazioni. Le regole non cambiano, trasparenza e rispetto reciproco devono continuare a coesistere ma, in questo periodo più che mai è necessario mettere in campo ogni possibile sinergia per mantenere i lettori sempre informati e contrastare il diffondersi delle fake news. Gli addetti stampa devono quindi saper comprendere gli scenari in rapida evoluzione e proporre adeguate strategie di PR.
A tale proposito Simone Cosimi, giornalista presso DLUI, D La Repubblica, Wired, VanityFair, Esquire, MetroNews e Startup Italia (@SimoneCosimi), afferma che “…le logiche di fondo non cambiano: fra pr e stampa dev’esserci comunque un rapporto di stima e rispetto reciproco. In presenza o a distanza, poco conta. Nel secondo caso, però, dev’esserci un surplus di sensibilità per capire e intrecciare al meglio bisogni e necessità in un contesto che mette in difficoltà entrambi i fronti…Insomma, occorre sforzarsi di trovare “news angle” giusti per il periodo”.
Pensiero condiviso anche da Marco Morello, Editor at large presso Panorama (@MarMorello), che ritiene “…sia necessaria una collaborazione piena e trasparente tra i giornalisti e i professionisti della comunicazione. Mai come adesso, la qualità è il parametro fondamentale”.
Ciò mette in risalto il valore delle relazioni, non solo intese come PR, ma anche e soprattutto di quelle umane. I brand che hanno saputo costruire nel tempo, grazie all’impegno dei propri addetti stampa e delle agenzie di relazioni pubbliche, relazioni proficue e consolidate potranno oggi beneficiare del clima di fiducia instaurato.
Inoltre, negli ultimi mesi, la comunicazione ha assunto ritmi sempre più veloci e le email sono diventate lo strumento più utilizzato per rimanere in contatto, scambiarsi informazioni e idee. A causa della mancanza di eventi e della possibilità di incontrarsi fisicamente, sono aumentati gli inviti a webinar o call da remoto che, se da un lato offrono interessanti occasioni di approfondimento, formazione e confronto, dall’altra saturano il nostro tempo. Per questo motivo, nel prossimo futuro, la sfida sarà quella di snellire il flusso della comunicazione per renderla più compatibile con le nuove esigenze, come sostiene Marco Lombardo, caporedattore de Il Giornale (@marcopietrolg): “questo periodo serve a capire come riorganizzarsi dopo, evitando il proliferare di mail, comunicazioni, eventi che ormai erano arrivati a livelli di guardia”.
Infine, Emilio Mango, direttore di Technopolis e ICT Business (@emiliomango), riassume la situazione che le PR stanno affrontando e intravede nei trend già in atto un possibile scenario per il futuro: “penso che il nostro settore e in particolare il mondo dei media, dei vendor e delle società di PR in ambito hi-tech, sia stato uno dei meno toccati da questa disruption causata dalla pandemia. Avevamo già quasi tutti abitudini, tecnologie e conoscenze adatte a questa emergenza, abbiamo solo dovuto accelerare un processo di trasformazione che, sia pur lentamente, era già in atto da anni. […] Meno tempo perso in incontri vis-a-vis, sempre utili ma forse meglio se più mirati a creare una vera relazione che a fare “sfoggio”, più rispetto del tempo, del ruolo e della professionalità degli altri, più velocità ed efficienza operativa”.
Articolo di Chiara Parma
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