La chiave per essere creativo sul lavoro? Il vicino di scrivania
Alzi la mano chi non ha mai avuto un capo tiranno o assente, incapace di trattare con i propri dipendenti. Negli ultimi anni, I CEO, soprattutto nelle aziende hi-tech, stanno sperimentando un approccio diverso nei confronti dei loro collaboratori, molto più employee friendly, convinti di poter, in questo modo, stimolare la loro produttività e creatività. Tuttavia il rapporto col collega vicino di scrivania potrebbe essere molto più importante per il benessere sul posto di lavoro di quello col capo. In tempi di tweet, like, mail e chat, la comunicazione diventa sempre più mediata da app, tool e schermi, e creare e mantenere buoni rapporti con i colleghi non è sempre un’impresa facile. A farne le spese, secondo alcuni studiosi di psicologia del lavoro, sarebbero proprio la creatività e la produttività in ufficio. Il nostro partner GroundFloorMedia ha raccolto alcuni suggerimenti per creare un sereno ambiente di lavoro.
=== Guest post a cura di Amy Moynihan – GroundFloorMedia, PRGN Partner di Sound PR con sede a Denver ===
Ho lavorato per il non-profit, aziende e agenzie lungo la mia intera carriera nella comunicazione. Ma la cosa migliore dell’aver passato i miei ultimi 13 anni a lavorare dal lato delle agenzie è la possibilità di osservare dall’interno la cultura d’ufficio dei miei clienti. Non è detto che sia il brand più importante o la start up più piccola o il leader più dinamico a promuovere grande creatività e sinergie di squadra. Il più delle volte esse emergono, più semplicemente, tra i membri di un team che lavorano bene insieme.
Recentemente, mi è capitato di leggere un articolo su PRI, I modi sorprendenti in cui le aziende possono promuovere la creatività, di Marc Sollinger, che ho il piacere di condividere. Sollinger ha intervistato Teresa Amabile, una delle maggiori esperte di psicologia del lavoro e ha riportato alcune sue sorprendenti intuizioni che potrebbero indurre ognuno di noi a ripensare il modo in cui lavora nel proprio ufficio.
Lo stress non è sempre negativo
A nessuno (tranne forse David Bowie o Freddy Mercury) piace essere sotto pressione mentre lavora. Ci sono email colme di compiti apparentemente non collegati fra loro, una valanga di meeting con la partecipazione di relatori prolissi e una pila interminabile di scartoffie sulla scrivania. Alla fine della giornata, potresti tornare a casa esausto e infelice e ancora sentire di non aver terminato tutta questa mole di lavoro. Amabile concorda sul fatto che questo tipo di pressione, che lei paragona a una corsa su un tapis-roulant, è terribile. È negativo per la creatività e genera un clima infelice.
Tuttavia, esiste un altro tipo di stress che può, in realtà, essere positivo. «Noi lo chiamiamo “essere sul pezzo”», spiega Amabile. «A volte succede che quando lavoriamo riusciamo a restare completamente concentrati su un problema urgente. Anche se può essere molto complesso e assorbire le nostre energie per molte ore al giorno, se siamo capaci di capirne l’importanza e la ragione dell’urgenza, possiamo essere straordinariamente creativi».
Le persone lavorano meglio se credono in quello che stanno facendo
Un buono stipendio, un’automobile aziendale e una grande caffetteria non sono neanche lontanamente importanti quanto un semplice fatto: se le persone credono o meno in quello che stanno facendo.
La ricerca di Amabile, che si basa su oltre 12mila agende quotidiane di persone che lavorano in diversi settori, ha mostrato che esse erano tanto più felici quanto più facevano progressi nel lavoro di cui si stavano occupando e in cui credevano. Felicità e soddisfazione inoltre, erano strettamente legati a creatività ed efficienza. Quindi se qualcuno si sente poco motivato perché sta soltanto compilando scartoffie per una società di cui non gli importa nulla, potrebbe voler compilare le stesse scartoffie per una società che gli interessa.
La gestione dall’alto non è così importante
Viene spontaneo pensare che il principale artefice di una cultura della creatività e dell’innovazione sul luogo di lavoro sia il CEO: Steve Jobs in Apple, Jeff Bezos ad Amazon; loro fanno il loro lavoro con successo e creatività, giusto?
Sì, in parte. Amabile dice che la gestione dei piani alti può aiutare a plasmare un ufficio. Se loro danno ai propri dipendenti degli obiettivi chiari e il giusto livello di autonomia, questi saranno capaci di lavorare al meglio. Ma ciò che succede ai piani alti non è tanto importante quanto ciò che succede al livello medio, secondo Amabile.
“Se come si comportano i grandi manager ha un certo peso, ancora più importanti sono i comportamenti del proprio supervisore e dei colleghi con cui si lavora a stretto contatto, giorno dopo giorno. Questi hanno un impatto maggiore sull’esperienza lavorativa quotidiana, e dunque sulla capacità di essere creativi e produttivi sul lavoro”.
Conferme, supporto emotivo, collaborazione, tutto ciò è estremamente importante per la vita lavorativa di ognuno di noi, e deriva più dall’interazione con i colleghi che con i superiori. Mark Zuckerberg potrà anche essere un ottimo CEO, ma l’andare d’accordo o meno col vicino di scrivania influisce molto più profondamente sul rendimento lavorativo.
Sono d’accordo al 100% con queste riflessioni, ma voglio aggiungere un altro fattore determinante per la creatività e il successo nel lavoro: la fiducia. Io mi fido dei miei colleghi quando bisogna prendere decisioni importanti, so di poter contare su di loro quando ho bisogno di qualcuno che mi aiuti o sostenga le mie idee, o che mi copra quando non sono disponibile oppure ho bisogno di prendermi un giorno libero. Lavoro con un team di persone che si preoccupano l’uno dell’altro e dei propri clienti, perché è la cosa giusta da fare. E questo si vede ogni giorno.
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